Pollo al curry e basta con la solita solfa!

Sono riluttante e spesso restia, ad accettare un cibo che non si presta bene alla vista. Foss’anche una squisitezza, anche l’occhio vuole la sua parte e pare che questa, in ogni qual modo, sia anche la “prima” cosa che si guarda in ogni piatto. La vista, l’occhio, l’intuito che inizia sbirciando, striscia verso il cervello e mette in moto una serie di ricettacoli affamati. L’occhio che osserva i piatti che passano veloci e pur non intuendo il vero contenuto, vuoi per il colore, vuoi per la curiosità, già strabuzzano e imbroccano la strada dell’acquolina. L’occhio che, nella scelta in un ampio raggio, cade sempre sul più accattivante, preciso e pregno di emozioni. Ci sono pietanze però che non hanno dalla loro un gran bel vedere, piatti monocromatici, ammassi informi di materia che, seppur tirata su, appostata alla bell’è meglio, non attraggano né incantano. Ma entra poi in gioco anche il gusto e il sapore autentico e genuino, che ben presto fanno scomparire immagini e analogie inutilmente apparse. Peggio è, certamente, se dopo una vista poco appetitosa, anche un sapore sgradevole pervade e invade, ogni angolo della bocca. A quel punto nulla si può fare.
Stasera ho in mano un bianco petto di pollo, semplice ricovero di tristi cene, bistrattato e infilato in ogni dieta, smunto, insipido e consolazione dietro false incapacità. Mi son detta: basta con la solita solfa, che abbia merito questa carne, se non anche per il suo valore e basta con questo pollo al curry buttato nel piatto bianco, con puccia a mo di zuppa, sempre sopra ad una ammasso di riso anche lui immancabilmente bianco!

SUGGERIMENTO:
dividere un tantino le cose nel piatto, crea un effetto del tutto nuovo per un pollo al curry che tutti idealizzano come uno spezzatino col sugo sul riso. I cubetti ci sono, ma quasi croccanti e attorniati dalle mandorle, il riso c’è ma colorato di delicata crema al curry.

IL CURRY:
Il curry, ( in hindi masala), è una miscela, di origine indiana di spezie pestate nel mortaio che formano una polvere giallo-senape fortemente profumata. In particolare, il curry è una varietà di miscele, in uso principalmente nel sud est asiatico, meno note con i loro nomi specifici, di cui il più diffuso è il green curry o kaeng khiao wan thailandese, polvere verde contenente varietà orientali di basilico. Molto diffusi sono anche il kaeng kari o curry giallo, kaeng phet o curry rosso, curry diabolico in uso a Singapore e Malacca (con noce indiana e galangal), Prik khing curry di tradizione cino-thailandese, il curry massaman o nam phrik kaeng massaman, il curry giapponese o karē, e molti altri che oltre o in sostituzione degli ingredienti del curry indiano possono contenere citronella, scalogno, coriandolo, peperoncino, cumino e altre spezie o essenze. Il termine curry si utilizza inoltre per indicare una omonima varietaà di piatti speziati della cucina sud Asiatica a base di carne e/o vegetali (fonte wikipedia)

FARE IL CURRY IN CASA:
2 cucchiai di semi di cumino
2 cucchiai di semi di coriandolo
2 cucchiai di curcuma in polvere
1 cucchiaio di pepe nero in grani
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di cardamomo
1 cucchiaino di noce moscata in polvere
1 cucchiaino di chiodi di garofano
1 cucchiaino di zenzero in polvere
peperoncino in polvere a piacere
Versare i semi di cumino, coriandolo, chiodi di garofano e pepe in una padella e farli tostare per circa 10 minuti girandoli con un cucchiaio. Far raffreddare poi pestare i semi in un mortaio raggiungendo la consistenza di una polvere, aggiungere le altre polveri e miscelare.
Facendolo da voi potete equilibrare le spezie che più vi piacciono aggiungendone o togliendone in quantità desiderata.

Ingredienti per 4 persone
1 petto di pollo intero
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di curry
1 cucchiaio di mandorle a lamelle
200 g di riso
100 gr di farina
aceto balsamico
vino bianco
acqua
olio
3 cucchiai di panna da cucina vegetale

Cuocere il riso in acqua salata per 5/8 minuti, poi scolare e passare sotto l’acqua fredda. Stendere su di una teglia e passare in forno ventilato a 90°. Mettere le mandorle su carta da forno, spargere un pizzico di sale e far colorire anch’esse in forno. Tagliare il pollo a cubetti grandi circa una noce o poco più, mischiare la farina con un cucchiaio di curcuma e un cucchiaio di curry e infarinare il pollo generosamente. Ungere la padella antiaderente con un pochissimo d’olio, cuocere il pollo a fuoco normale. Abbassare la fiamma, girare il pollo e lasciare per almeno 10 minuti. Intanto preparare un pentolino con la stessa quantità (regolatevi con un grosso cucchiaio) di: 1 parte di aceto balsamico, 1 parte di vino, 2 parti d’acqua, 4 cucchiai di panna vegetale, un cucchiaino di curcuma e uno di curry e fare sobollire. Impiattare il riso, con il sughetto nel centro e il pollo di lato con le mandorle.

12 risposte a "Pollo al curry e basta con la solita solfa!"

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  1. Ma io adoro questo biancore, sapori semplici ma appena aromatizzati e conditi per farne un insieme godurioso, magari da mangiare con le mani… evviva il riso con dentro roba a caso, a pioggia, evviva i “pastulòt”! 😀

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