Chiacchiere, riccioli e sorelle, bastano quelle, e magari li avessi!

Siamo tre sorelle, diametralmente opposte, caratterialmente lontane, indiscutibilmente diverse! I miei genitori hanno deciso di tenerci lontane una d’altra di ben 6 anni precisi dalla prima alla seconda e dalla seconda alla terza. In quei sei anni di studio, concentrazione, riflessione, forse credevano di riuscire ad eliminare qualche difetto della prima e fare migliore la seconda ma ahimè non ci sono riusciti un granché, cosi sconvolti hanno aspettato altri sei anni, studiando ancora, concentrandosi per bene, riflettendo con attenzione per eliminare del tutto i difetti della prima e della seconda e farne una terza perfetta ma, purtroppo il risultato è stato completamente diverso! Cosicché ci ritroviamo con una sorella maggiore, intelligente, pacata, riflessiva, decisa, con pochi e radi capelli, e perennemente a dieta perchè per ogni grammo di ogni singola molecola alimentare ingurgitata, ecco spuntare 1 kg di ciccetta indefinita. Arriva la seconda (che sono io) che sistema il fattore “pelle e ossa mangio quello che voglio” (fino ai 45 anni) e lentezza ossessiva nel mangiare ma deficita un tantino nell’intelletto più istintivo che ragionato, agitata, impulsiva e coi capelli cosi cosi…ne carne ne pesce, fini, bruttini. Volgendo infine lo sguardo alla terza, intelligente solo quando le fa comodo, sul fisico si sta a metà, secca mai stata, ma nemmeno troppo ciccetta, con diete a spot ogni tanto (ti aspetto al varco dopo i 45), chiacchierona, girondona, con la testa fra le nuvole ma sistemando per sempre il fattore capelli, belli, folti, lunghi, ondulati. Ed eccoci qua tutte e tre, ognuna a guardare i difetti dell’altra, ognuna diversa dall’altra ma ognuna che non potrà mai far a meno delle altre, a mangiar chiacchiere che già ne diciamo poche e divorar riccioli che mannaggia almeno (io) li avessi!!!

SUGGERIMENTO:
è vero che le chiacchiere si possono cuocere nel forno, ma… non sono la stessa cosa.. tutti lo sappiamo.. lo sapevano anche gli antichi Romani, che il risultato finale non sarà mai lo stesso.  Un tempo le chiacchiere di Carnevale venivano fritte nello strutto: oggi il grasso animale è stato, nella maggior parte dei casi, sostituito da un più leggero olio di semi, ma se volete ottenere un risultato impeccabile utilizzate lo strutto sia nell’impasto al posto del burro sia per friggere le vostre chiacchiere.

SUGGERIMENTO:
La farina ricca di proteine ha la capacità di gonfiarsi in fase di cottura, rendendo questo fritto leggero, poiché assorbe pochissimo olio. Il riposo dell’impasto serve per facilitare la tirata della pasta e formare lo strato sottile, ma una volta stesa sottilmente bisogna cuocerla subito per far sviluppare le bolle

STORIA:
Secondo gli storici l’origine delle chiacchiere risale all’epoca romana, in quel periodo venivano fatti dei dolcetti a base di uova e farina chiamati “frictilia”, che venivano fritti nel grasso del maiale, e preparati dalle donne romane per festeggiare i Saturnali. Apicio, uno dei più raffinati buongustai dei tempi antichi, descrive così la preparazione delle chiacchiere nel suo “De re coquinaria”: “Frittelle a base di uova e farina di farro tagliate a bocconcini, fritte nello strutto e poi tuffate nel miele”.

CURIOSITA’:
Quando arriva questo periodo dell’anno si pensa subito al Carnevale e alle chiacchiere. Chiacchiere, frappe, cenci, bugie, galani, frittole, frappole, crostoli, fiocchetti, guanti, cioffe, maraviglias…. sono solo alcuni dei tanti nomi che assume questo dolce nelle varie regioni d’Italia.

Ingredienti per 50 chiacchiere
300 gr farina forte 300-320W (potete sostituirla con una farina tipo Manitoba tagliata con un 20% di farina 00 comune)
40 gr di zucchero
2 uova medie
1 bicchierino di Rum o Marsala
60 gr di latte
30 gr di strutto o se volete burro fuso
buccia grattugiata di 1 limone grande
1 pizzico di sale
strutto per friggere o olio di semi di arachidi
zucchero a velo vanigliato per guarnire

Disporre la farina, mescolata con lo zucchero e il pizzico di sale in una ciotola, amalgamare le uova, lo strutto (o il burro fuso), la buccia di limone, il Rum, poi aggiungete il latte fino ad ottenere un impasto cremoso, continuare a impastare e formare un panetto liscio e ben compatto. Avvolgere in pellicola per alimenti e lasciare riposare 1ora a temperatura ambiente. Dividere l’impasto in 3 parti, stendere un pezzo per volta, molto sottile su un piano di lavoro ben infarinato. Ripiegare su se stessa la sfoglia un paio di volte. Più volte ripiegate la sfoglia, più l’impasto tenderà a riempirsi di bolle. Delineare i contorni laterali della vostra sfoglia con una rotella taglia pasta smerlata e tagliare in rettangoli medio – grandi. Praticare al centro un taglio. Per i riccioli invece tagliare a listelle sottili. Far scaldare molto bene l’olio in una padella capiente e friggere le chiacchiere un paio alla volta. Scolare subito appena dorate.

33 risposte a "Chiacchiere, riccioli e sorelle, bastano quelle, e magari li avessi!"

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      1. Eh sì, perché inizialmente non ero in cantiere… poi grazie a mio papà che ha lavorato ai fianchi mia mamma, ho fatto il mio debutto sulla scena 😁
        Per fortuna eravamo così diversi che in qualche modo la distanza non ha pesato.

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  1. Cara Alessia, vengo da te e prendo un piattino di chiacchiere e un caffè, però a mia volta ti faccio dono di ben … Sei sorelle(meglio abbondare che deficere), di cui hai nostalgia e necessità. Vai su You tube e ascolta La canzone delle sei sorelle della Nccp in La gatta Cenerentola.

    Sorè, una buona domenica.

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    1. Eccomi ho ascoltato e ascoltato. Devo ammettere però la mia ignoranza, nel senso che ignoro e che non conosco cosi bene la lingua napoletana, quindi ho fatto fatica, davvero. L’opera è particolare e comprendo che deve essere qualcosa di monumentale per i napoletani. Sono contenta di aver scoperto anche questa cosa, grazie mille!!
      PS: su wikipedia scrivono cosi: un napoletano quasi senza tempo, una lingua che in certi strati della popolazione è rimasta immutata nei secoli.

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      1. La gatta Cenerentola del maestro del simonale è qualcosa di eccezionale e quel tipo di napoletano adottato e musicato è
        una stratificazione imparentata con la quella di Basile risalente a metà del ‘600. Ti consiglio di ascolatare anche il canto delle lavandaie, davvero straordinario. Ma tutta l’opera va vista e ascolatata. Anzi, mi chiedo perché non la rappresentano di nuovo. Alè, buona notte.

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  2. Penso che i tuoi genitori abbiano voluto pensarci bene proprio per non rischiare di farvi troppo simili ,avrebbero avuto ,poi, problemi a riconoscervi . IL bello della vita è che ,non,tutti siamo uguali . Buona serata .

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    1. Ciao Rosatea! Bella questa! Forse è vero ma forse no visto che la mamma quando ci chiama dice prima tutti i nomi delle altre poi arriva a quello giusto!!! Ahahahah… secondo me ai loro occhi siamo identiche!! Ma è proprio il bello della nostra famiglia, ci teniamo compagnia!! Grazie del commento!

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