Risotto cacio e pepe spudoratamente senza fantasia, ma che goduria!

La fantasia è un mondo immenso e infinito, è la capacità degli essere umani di vivere parallelamente, di creare immagini, dimensioni, luoghi diversi da quelli reali. La fantasia è un ingranaggio della nostra mente, è un luogo personale e imperscrutabile, è il nostro io. Possiamo compiere voli impossibili, possiamo credere di vivere situazioni irrealizzabili, di percorrere strade inattuabili. In alcuni casi la fantasia è indispensabile, da bambini, per esempio, è quotidianamente il pane della vita, acerbi e innocenti, ancora non conosciamo il futuro, ancora immaginiamo, sogniamo, ancora non ci siamo scontrati con la dura verità. La fantasia in cucina pare essere indispensabile a volte, però muniti di grembiule, mattarello e macchine super tecnologiche ci limitiamo a dire: ehi Alexia, mi prepari un risotto! E da sotto il cassetto esce magicamente un piatto fumante. Vi ricordate quelle cucine che avevamo da bimbe (a dire il vero, mai avuta, solo vista nelle case delle bambine ricche) con tutti i piatti pronti disegnati, le verdure di plastica, i panini e le torte, il fornetto e i mestolini, il fornelletto e la caffettiera. Che sogno, per me, io avevo dei miei piattini fatti con le foglie intrecciate, le posate con i legnetti e il fornetto era un buco nel terreno a forma di cupola, di contro avevo una grandissima fantasia! Ma ritrovarsi sul tavolo un risotto di plastica sinceramente non è che sia gran che, e oggi purtroppo invece è così, una busta, un pò d’acqua et voilà il nostro finto risotto arriva diretto nel piatto. Eppure io sono certa che la fantasia di bambina non si è per nulla esaurita, anzi a volte ritorna prepotente e mi fa inventar cose da mettere i brividi , altre invece è azzerata a più non posso. Come l’altra sera mentre scartabellavo indispettita: “ehi google trovami un risotto un po’ diverso” , salta fuori un certo risotto cacio e pepe che mi ha fatto toccare il mento per terra, mi ha elettrizzato, mi sono bevuta subito tutto il video passo passo, finché come un automa, ho decido di rifarlo esattamente, preciso, scopiazzato, che la fantasia proprio nemmeno un pizzico, ma che soddisfazione mangiarlo e che goduria!

SUGGERIMENTO:
Perchè spudoratamente senza fantasia ho copiato la ricetta da questo link? Risotto cacio e pepe alla Nick
Ma semplicemente perchè la mia attenzione è stata attirata da questo risotto cotto solo con l’acqua! Niente brodo e a me questo piaceva da impazzire! E niente soffritto, così via anche il sapore/odore di minestra! Volevo provare a tutti i costi e il risultato è stato entusiasmante!

CURIOSITÀ’:
qualcosa di mio però l’ho messo, e non ho seguito alla lettera la ricetta. Primo ho messo nell’acqua, che funge da brodo, il grana padano, avendo letto in giro che era una tecnica niente male. Secondariamente, ho incorporato al pecorino, l’acqua calda prima di mantecarla al risotto perché nei miei spaghetti cacio e pepe, spiego proprio questo trucco per creare questa deliziosissima e densa crema! E poi infine ho utilizzato il riso Vialone Nano che a me, personalmente piace più del Carnaroli (gusto personale però!)

NON USARE IL BRODO PER IL RISOTTO:
Facendo un po’ di ricerche sui risotti ho pescato più di una ricetta che menzionava proprio l’eliminazione del brodo per fare il risotto. Meglio dire, per fare alcuni tipi di risotto… non tutti!
Il brodo, sia esso di carne, di verdure o di pesce, è stato per anni ritenuto un elemento dogmatico, imprescindibile, della cucina, specialmente in associazione alla preparazione di primi piatti a base di riso. Fino a pochi anni fa, ad esempio, per preparare un risotto agli asparagi o un risotto alla parmigiana, era inevitabile utilizzare del brodo di carne durante la cottura, ottenendo di conseguenza un piatto caratterizzato dai sapori di riso, brodo di carne, parmigiano o asparagi, amalgamati in un tutt’uno. Si otteneva così un gusto che integrava componenti diverse, ma che, inevitabilmente, mutava il sapore originario degli ingredienti coprendone almeno in parte gli aromi. Nella cucina più moderna e recente, il brodo è stato sostituito dal decotto, una preparazione ottenuta da acqua calda con aggiunta di grana e che permette di bagnare il riso e molti altri piatti senza l’altrimenti inevitabile aroma di carne.

IL RISOTTO CACIO E PEPE:
questo meraviglioso risotto è fatto con il liquido del decotto che si deve utilizzare nel medesimo modo del brodo tradizionale, aggiunto a mestoli, ma il sapore avvertito è solo quello del parmigiano e del pecorino alla fine, perché non contiene estratti di carne. Di conseguenza avrà un sapore più definito, e incredibilmente delicato e digeribile. Questa sostituzione consente, dunque, di avvertire in modo separato e più netto, i singoli componenti della ricetta e di dare allo stesso tempo risalto anche agli ingredienti più delicati.

PEPE DI SICHUAN E PEPE DI TIMUT:
Il pepe di Sichuan è una piccola bacca utilizzata come spezia soprattutto in Asia, Nepal, Tibet, Bhutan e Giappone. Anche se chiamato pepe, non lo è, ha un aroma pungente e allo stesso tempo rinfrescante, può sembrare a tratti simile a quello degli agrumi.
Il Timut nasce in Nepal da un albero a medio fusto, con rami spinosi e piccole foglie profumate di limone, basilico aromatico e una punta di menta. Il suo punto di forza è l’aroma penetrante, con note fortemente agrumate che fanno pensare subito a pompelmo, lime e frutto della passione, per poi lasciare in sottofondo qualche sentore di fiori bianchi.

Ingredienti per 2 persone
160 gr di riso Vialone Nano o Carnaroli
350 ml di acqua
2 cucchiaini di pepe nero
1 cucchiaino di pepe rosa
1 cucchiaino di pepe Sichuan
2 cucchiaini di pepe di Timut
Olio evo
40 gr di pecorino stagionato
20g grana padano
una noce di burro

Scaldare l’acqua in una pentola con all’interno il grana padano. Sarà quella che fungerà da brodo quindi dovrà solo sobollire.
In una risottiera tostare il riso fino a doratura con un filo d’olio evo.
In un tegamino tostare anche il mix dei grani di pepe e quando si avvertirà un profumo inebriante, spegnere, mettere in un mortaio e ridurre in polvere grossolana. Continuare a cuocere il riso aggiungendo l’acqua poco per volta. Fatelo a fuoco molto basso in modo che i chicchi si gonfino piano piano. Grattugiare il pecorino fine e tenerlo da parte. Quando il riso sarà arrivato alla sua cottura al dente, mi raccomando non deve essere troppo cotto, spegnere, aggiungere la noce di burro e mantecare. Mettere un mestolino dell’acqua calda rimasta nel pecorino grattugiato, formare una crema morbida e aggiungetela subito al risotto, mantecare energicamente. Servire subito il vostro favoloso risotto al cacio con una generosa manciata di polvere di pepe mix!


36 risposte a "Risotto cacio e pepe spudoratamente senza fantasia, ma che goduria!"

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  1. Il nanerottolo non è integrale? C’è differenza se si usa riso bianco o integrale? Anche a me il brodo nel riso non piace, a meno che non sia quello naturale di verdure fresche. Conserva una porzione a pranzo per me. Porterò una bottiglia di pinot bianco o consigli altro o semplicemente l’acqua? Buona giornata. Ciao

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      1. Certo, era lui. Veneto lo è anche il Pinot. giusto? Poco fa ho comprato una bottglia di vino sardo, il Cannanau. Un bicchiere da innaffiera su fagioli, riso integrale e un po’ di tonno. Vieni, voglio ricambiare il riso mangiato da te. Buon pranzo. Ciao

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      2. Tu prepari qualcosa su cui ci azzecca il cannanau e ne porto almeno due o tre bottiglie. Dipende da quanti ne siamo.

        Un abbraccio sobrio eh ehe eh . Chiaramente sto scherzando però
        di certo ridere fa bene alla salute.
        Ah, dimenticavo che dalla mia terra
        porter altri vini molto pregiati come
        Fiano, Greco di Tufo, Fiano e Aglianico
        e altri ancora.

        Comunque, ti conviene prepararmi
        delle prelibatezze, altrimenti niente
        vino.

        Ciao.

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      1. Nel mio paese a stento campano i negozi di alimentari che vendono di tutto, figuriamoci se potrebbe durare uno che vende solo spezie. Ma probabilmente al supermercato lo troverei. Grazie per la risposta! 🙂

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      1. Si, è un pò il mio modus operandi…. adoro scrivere, per quello che so fare, e raccontare lievemente (come dici tu) tutto ciò che succede nella vita di ogni giorno. In vecchi post ho raccontato anche i miei mal di testa mattutini come amici e confidenti eh eh… grazie mille !

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      2. Ah però quelli mi piacciono un sacco !!! Io sono di Como, e credo che oramai l’Austria dovrebbe darmi la cittadinanza, dopo il viaggio di nozze (giro dell’Austria in 15 giorni) per 25 anni le estati sono camminate, arrampicate, montagna, prati, sole, crauti e wiener schnitzel!!!

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  2. Poi il nome Piattoranocchio è divertente, fa dolcezza. Il mio invece non significa niente, dato che non ho mai parlato nè di povertà tantomeno di ricchezza. Non sapevo cosa inventarmi e ho inventato due parole facili da ricordare…ma non mi piacciono neanche un po’. Bon, questo non centra niente era cosi per dire due robe in più 🙂 ciao

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    1. C’è sempre un fondo..un motivo..un perchè… Ti dico cosa penso: povertà e ricchezza due cose contrapposte ma unite. Convivono forzatamente ovunque: chi ha povertà di idee, ma ricchezza di fatti. Chi al contrario….. Chi è povero in denaro ma è ricco di saggezza, e molti al contrario! C’è chi è povero di affetti e ricco in cose materiali… e io preferisco il contrario.. Andrei avanti solo per dirti che il tuo titolo dice molto….. moltissimo!!

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  3. La fantasia non esiste dal nulla, va stimolata, si parte dal copiare e poi… 😉

    È da tanto che uso anche la semplice acqua per il risotto. Da quando una sera non avevo brodo ma avevo una gran voglia di risotto e, col buonsenso, ho pensato “perché mai dovrebbe venire male senza brodo? sale, burro e parmigiano qualcosa di buono combineranno!” e infatti mi sono tolta la soddisfazione, senza delusioni! Qualche volta faccio scaldare l’acqua con qualche erba aromatica, insomma non un brodo di verdure ma una veloce e buonissima alternativa vegetale! 😁

    Cacio e pepe coppia vincente. 😋

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