Il migrare pigro e sconsolato, la transumanza quotidiana della folla verso la triste, infinita steppa di tavoli bianchi anonimi e solitari, le scarne e lineari sedie in perfetta fila, l’aria impiombante e opprimente, l’intercedere lento e assopito della pausa pranzo, si ripresentano ogni giorno come una fotografia già vista e una storia già vissuta.... Continua a leggere →











