Capasanta gratinata? No, diversa finalmente!

Incredibile come alcune ricette siano stereotipate, senza possibilità di trovare un’idea diversa. Si cerca nel web: capasanta ed ecco che la capasanta gratinata con il solito pangrattato, con il solito prezzemolo, con il solito solito, è li che ti guarda per pagine e pagine e pagine. D’accordo, buonissima, d’accordo l’ho mangiata mille volte, ma qualcosa di diverso? Io non sono un cuoco che ha studiato, un cuoco che sa come abbinare gli ingredienti. Un cuoco vero conosce la chimica, inventa qualcosa che non c’è, conosce e riconosce come si comportano certi sapori miscelati fra loro. Proprio perché non ho studiato, mi posso basare solo sul mio istinto e su persone più informate e acculturate di me in cucina. Cerco, mi informo, guardo le foto migliori, quelle che trasmettono profumo e amore e appena trovo, dopo pagine e pagine e pagine e pagine appunto, una ricetta finalmente diversa ecco che mi entusiasmo, ecco che voglio provare e soprattutto ecco che, con la fantasia, parto da una base e arrivo ad un risultato diverso ma incredibilmente buono !

In questo bellissimo sito www.saporie.com le eccelenze in cucina (e già il nome mi piace un sacco) ho trovato alcune ricette davvero interessanti. La mia è leggermente diversa perché ho pensato di non farla esattamente cosi, se però vi piace leggere la loro ricetta che è spiegata benissimo ed è molto molto buona cliccate sul nome!

CAPASANTA UN PO’ DI CURIOSITA’:
La capasanta è associata ad Afrodite, Dea dell’amore e della bellezza. La dea emerse infatti dalla spuma del mare a bordo di una madreperlata conchiglia a ventaglio, nelle acque dell’isola di Cipro. Questo mollusco è diventato, per questo, simbolo di femminilità e di fertilità. Un altro nome della capasanta è “conchiglia di San Giacomo” in francese “Saint Jacques”: nel Medioevo i pellegrini cristiani sul cammino per Santiago di Compostela, dopo essere arrivati alla meta, raccoglievano le conchiglie e se le appendevano addosso o al loro bastone come porta fortuna.

Idee dal mondo:
Conpoy è la capasanta secca tipica della cucina cinese
Hotate è il sushi della capasanta del Giappone
Le vieiras a la gallega sono un’imperdibile tapas spagnola
Xo sauce è una salsa cinese a base di capesante secche

Ingredienti per 6 persone:
6 capesante con conchiglia
50 ml di panna da cucina vegetale
30 gr di burro
mezza bustina di zafferano
granella di pistacchi tostata (potete tostarli voi in padella o al forno)
sale

Pulire e lavare le capesante estraendo i molluschi e tenendo unita la parte bianca e quella arancione. Mettere da parte le conchiglie, serviranno da contenitori. In una padella antiaderente sciogliere pochissimo olio e rendere il tutto incandescente. Grigliare le capesante da entrambi i lati, per un massimo di 2 minuti per lato, se la parte arancione è troppo pronunciata o troppo grossa, ridurla della metà o eliminarla del tutto. In un pentolino sciogliere una noce di burro, unire la panna vegetale e mezza bustina di zafferano. Mescolare e scaldare a fiamma bassa la salsa. Unire un pizzico di sale. Disporre quindi le conchiglie su un piatto da portata e distribuire un cucchiaio di salsa per ogni conchiglia, aggiungere un mollusco per ogni conchiglia. Servire guarnendo con granella di pistacchi tostati.


Piattoranocchio non ha la presunzione di insegnare nulla, nemmeno la pretesa di farlo. Non ho nessuna conoscenza scolastica o lavorativa sulla cucina. Piattoranocchio si basa solo sull’amore e la passione per il cibo di ogni paese, tradizione, origine e cultura. Amo sperimentare e provare e se per alcune ricette è d’obbligo copiare esattamente tutti gli ingredienti, in altre preferisco metterci i miei gusti, variare, provare. Piattoranocchio in fondo è tutti voi, voi che andate alla ricerca di una ricetta per fare un piatto di pasta e seguite esattamente i passaggi, ecco io vi do una mano a trovare qualcosa di diverso, qualcosa che magari non avete tempo di cercare!

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