Spaghetti all’uovo fatti in casa alla ricerca della farina perduta

Entro alla chetichella, quasi in punta di piedi, neanche fossi un ladro maldestro che non vuol farsi scoprire. Blindata sulla porta, blindata appena metto piede nell’atrio. La mascherina ben calata sul naso, con sudore che cola insopportabile, guanti usa e getta di dieci taglie più grandi, altro non ho trovato, percorro avanti e indietro i corridoi alla ricerca spasmodica di quel pacchetto, leggo le indicazioni appese ad ogni corsia, ma nulla, non esiste nemmeno scritta. Vorrei chiedere ma…non me la sento, soprattutto per lo stato pietoso in cui mi trovo. Ri percorro per l’ennesima volta andando per intuito. “Qui non c’è, qui nemmeno, qui c’è uno scaffale vuoto e qui….. nulla….” mi ripeto sfiancata e obiettivamente stanca. Mi accorgo di essermi fermata a parlare al pacchetto di pasta secca, che però, mi fa spallucce, mentre gli yogurt nello scomparto discutono animatamente tra loro, per capire se qualcuno sa darmi almeno un’indicazione. Nel supermercato siamo forse in dieci clienti in tutto, e dopo un’ora e un quarto a girare disperata, conosco ognuno di loro per nome, cognome, codice fiscale e albero genealogico di cinque gradi di parentela. Alla fine chiedo alla commessa, con aria sognante e voce soave: “ma dove diavolo trovo la farina??”. Sul viso della commessa passano in rassegna sgomento, paura, terrore, tremore, fiato corto, sbigottimento, saliva azzerata. “Mi dispiace è finita, …ed è introvabile!”. Dopo il lievito di birra, sostituito orgogliosamente dal MIO lievito madre, dopo le penne lisce abbandonate negli scaffali, che hanno riempito la mia dispensa del “non si sa mai, metti che rimango senza pasta”, ecco un’altra storia dei tempi moderni, dove i mulini a vento, un tempo musei da visitare, sono tornati a macinare grano e produrre farina a più non posso. Per fortuna la mamma, è sempre la mamma e dalla sua dispensa salta fuori l’ultimo pacchetto presente sulla faccia della terra! Grazie mamma, oggi posso soddisfare la mia insanabile voglia di impastare, e per tutti fra poco, pasta fresca!!

SUGGERIMENTO:
ci vuole davvero poco per preparare della pasta fresca non impegnativa come questi spaghettoni. Il risultato sarà talmente soddisfacente che non ne potrete più fare a meno! Conditeli con semplice sugo di pomodoro, un pò di basilico fresco e un pizzico di pepe nero.

CURIOSITÀ:
I formati di pasta prodotti in Italia sono innumerevoli, perché ogni regione, ogni paese e addirittura ogni famiglia produce una pasta diversa dalle altre, ma per quanto riguarda l’esportazione fuori dall’Italia, solo alcune varietà di pasta sono commercializzate e perciò conosciute.

STORIA:
La pasta è considerata dal popolo italiano, oltre che un alimento, un elemento di unione condiviso in tutta l’Italia: essa è parte integrante della vita, della cultura popolare di tutti gli italiani, non solo della loro cucina, ma della loro stessa essenza, da sempre. Alcuni tipi di pasta devono il loro nome a grandi imprese storiche o personaggi potenti del passato: il formato di pasta delle Mafaldine è nato proprio a Napoli in onore della principessa Mafalda di Savoia mentre i tripolini, devono il loro nome alla conquista della Libia compiuta dall’Italia di Giolitti

IL TROCCOLATURO:
Il troccolaturo,  “u turchje”, è uno strumento indispensabile per la preparazione dei troccoli dai quale prende appunto il nome. E’ uno speciale mattarello rigato con scanalature di pochi millimetri, che, secondo la tradizione è di bronzo, mentre nella versione più moderna è di legno. Con esso si taglia la pasta sfoglia in spessi spaghettoni.

I TROCCOLI:
I troccoli sono un formato di pasta fresca, una sorta di tagliolini rustici e spessi, tipici della Capitanata, territorio equivalente all’odierna provincia di Foggia, che possono essere parente dei bigoli (Veneto), dei spaghetti alla chitarra (Abruzzo) o dei tonnarelli (Lazio).

Ingredienti per 3 persone:
400 gr di semola di grano rimacinata o farina 0 per pasta fresca
4 uova a pasta gialla
un cucchiaino di olio evo
acqua tiepida
un pizzico di sale

Mettere la farina al centro del piano di lavoro facendo un buco nel centro. Rompere le uova all’interno e con una forchetta amalgamare delicatamente. Aggiungere un cucchiaino di olio, un pizzico di sale e un po’ di acqua tiepida, in modo che l’impasto risulti morbido ma non appiccicoso. Lasciare coperto da un canovaccio per una mezz’oretta. Nel frattempo preparare un buon sugo di pomodoro (qui). Riprendere e stendere con un mattarello fino ad ottenere una sfoglia non troppo sottile, passare il mattarello con la scanalatura scelta: troccoli, tagliatelle, tagliolini facendo un po’ di pressione per tagliare la pasta, poi dividere gli spaghettoni delicatamente con le mani. Cuocere in abbondante acqua salata per circa 2 minuti, aggiungendo all’acqua un cucchiaio di olio

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15 risposte a "Spaghetti all’uovo fatti in casa alla ricerca della farina perduta"

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  1. In effetti mi fa ridere che abbiano finito prima il lievito di birra. La gente che si vanta di aver comprato 4 kg di panetti… Ma che diamine ci dovete fare?? Io, per fortuna, sono una grande appassionata di apocalisse, quindi avevo già da ben prima dell’inizio della quarantena scorte di farina in casa!

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      1. Forza, a comprare barattoli di legumi, imparate! ahahahah io sono molto ossessiva, devo sempre avere una scorta di tutto ciò che non sia deperibile perché ho visto troppa roba apocalittica. A casa, infatti, mi prendono un sacco in giro!

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