Cutizza o paradell Japan-style…che mix!

La cutizza di Como, un dolce intramontabile che rievoca in me ricordi da bambina, che mi fa sospirare pensando al mondo sano e delizioso delle nonne, delle mamme di una volta. Burro, tanto burro, uova che sapevano di uova, latte rigorosamente intero che profumava di buono, zucchero bianco. Le merende erano così, senza se e senza ma.

Siccome non sono una persona normale, in cucina, o forse anche nella vita, tendo a storpiare un pò le cose, magari perchè ometto qualche ingrediente che non mi è gradito, oppure anzi, ne aggiungo uno totalmente estraneo alla ricetta perchè mi ispira. Oggi mentre cucinavo un piatto tipico giapponese, mi è balzato in mente che avrei potuto fare, mixando un pò di tradizioni, la cutizza, con le mele (ul paradell in comasco) ma nella pentola dei Takoyaki, formando deliziose palline dolci, e mi sono perfino detto: BRAVA! MA CHE BONTA’!

PARADELL

Se si pensa ai dolci, non si può non nominare il paradello o “paradell” in dialetto: un semplicissima e gustosa delizia a base di farina, uova, latte, zucchero e per chi vuole anche le mele.
Nel cuore di tutti i tremezzini golosi, questo semplice dolce occupa un posto speciale per via, non solo della sua squisitezza, ma anche per i bellissimi ricordi d’infanzia che questo dolcetto porta con sé. Si tratta infatti di una ricetta tramandata di generazione in generazione che ancora oggi vive nei borghi della Tremezzina.
Una volta ottenuta una sorta di pastella, si aggiungono le mele, si mescola il composto e poi si versa con un mestolo un po dell’impasto facendolo cuocere in una casseruola con due dita di olio di semi, o molto meglio dell’ottimo burro!
Terminata la cottura non resta che una spolverata di zucchero o zucchero a velo.

CUTIZZA, LACIADA,
SCHITA
Il consumo di farina bianca era un tempo piuttosto inusuale almeno per le classi meno abbienti: tanto i dolci, quanto il pane erano preparati con miscele di cereali più poveri, soprattutto granoturco. La poca farina bianca disponibile veniva spesso utilizzata al meglio in preparazioni tipo la cutizza. In verità la cutizza deriva, come già detto, da preparazioni più povere come il paradell (in cui l’impasto è solo di farina ed acqua) o la laciada (impasto di farina e latte).
Un tempo la frittura era effettuata con un poco di olio o chi l’aveva del burro fatto in casa, in un’apposita padella di rame stagnata, larga e alta, che veniva sospesa alla catena del camino. La pastella era poi aggiunta a freddo, si attizzava il fuoco e il paradell (o la laciada, o la cutizza) diventava croccante in pochi minuti: lo si poteva allora rivoltare per completarne la cottura. La focaccia risultante (dal diametro di 30-40 cm) era allora disposta in mezzo alla tavola e tutti i commensali se ne servivano direttamente.

VARIANTI
La pastella può essere arricchita come dicevo, da fettine di mela. In alcune zone della Brianza è segnalata una preparazione similare (panigada, laciadett de panigada) in cui l’ingrediente nobilitante è costituito dai fiori di sambuco secchi sbriciolati. Nell’Oltrepò pavese si prepara con gli stessi ingredienti (senza la scorza di limone) la Schita che viene consumata sia in versione dolce (con zucchero, marmellata ecc.) sia salata abbinata ai salumi.

INGREDIENTI

Ingredienti:
100 g di farina bianca 00
1 uovo
1 bicchiere di latte intero
1 mela dolce e succosa
burro
un pizzico di sale
zucchero semolato bianco


Sbattere l’uovo intero con un cucchiaio di zucchero fino ad ottenere un impasto spumoso, aggiungere la farina bianca, il pizzico di sale e il latte. Quando la pastella sarà liscia e morbida lasciarla da parte e sbucciare la mela tagliandola a pezzetti piccoli anche irregolari. Accendere la padella per i Takoyaki e quando sarà calda sciogliere in ogni incavo un pezzetto di burro. Riempire ogni incavo con la pastella fino quasi al bordo, aggiungere i pezzetti di mela, abbondanti e aspettare che la mezza sfera sia pronta, circa 6/7 minuti.

Mentre capovolgete la sfera aggiungere altra pastella per formare le palline. Una volta cotte, anche se si scuriscono un pò è normale, passarle caldissime in una scodella con lo zucchero bianco e servirle immediatamente con gelato alla crema o panna montata

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