
La notte è scesa, nel caldo guscio della mia casa, serenamente avvolta da una morbida coperta, attendo e scruto l’orizzonte in cerca di qualcosa di indefinito e osservo, in silenzio, dalla mia finestra, le tenebre e l’oscurità. Il buio tetro, cupo, oscuro evoca incertezza, inquietudine e smarrimento, o addirittura angoscia. Ombre inconsuete e strane movenze, sembrano apparire d’un tratto, per poi sparire, lasciando un velo di mistero e timore. I pensieri nella mente si affollano, gli occhi tentano di infilarsi tra meandri oscuri e muri di nero invalicabili, ma sopra la mia testa, un pezzetto di cielo, cattura all’improvviso la mia attenzione. Tutto è limpido, sgombro e incredibilmente profondo, mai come nelle notti d’inverno, mi soffermo e mi entusiasmo davanti ad un simile spettacolo; con il naso all’insù mi manca il fiato, mille stelle brillano come fili luminosi mossi dalla brezza; si muovono, paiono danzare, eppur son ferme, lontane anni luce. Una telefonata spezza l’incanto, infilo il piumino nero e un paio di grosse scarpe, una berretta di lana, senza badare a cromaticità ed eleganza, balzo in auto infreddolita e parto tranquilla a recuperare il figliolo. La notte è buia, nessuno mi vedrà imbacuccata così, né dovrò scendere dall’auto, almeno spero… Mentre passo lenta da un posto di blocco (proprio questo doveva capitarmi), con sorriso diecimila denti non proprio bianchi, mani fisse sul volante alle 10 e 10, e la recita del Santo Rosario sulle labbra, un carabiniere punta il faro, ha un sussulto, pensa un attimo: donna al volante con berretta gialla di lana, piumino nero d’emergenza con qualche piuma in vista svolazzante, scarponcini di pelo marroni, tuta di pile rossa e pompon bianchi simil Babbo Natale, riscaldamento dell’auto a mille e ragazzino nascosto sotto il tappetino in evidente imbarazzo, con fumetto sulla testa: |purtroppo ho una mamma così| …. Per di più mi scappa un urlo di disperazione: “non ho ancora preparato la cena, maledizione, tutto questo buio mi ha distratto! Devo andare, arrivederci!“… Spaventato, mi invita lesto a circolare e rientrando a casa alla spicciolata, taglio, cuocio, imbastisco quel che ho e servo in tavola, poco dopo, una pasta tutta inventata, ma talmente buona da meritare il bis!
Dedicato a Sonia e ai nostri divertentissimi racconti! (eppur così reali!)


SUGGERIMENTO:
Questa pasta è davvero una ricetta velocissima, giusto il tempo di tagliare il pollo, ma gustosa, grazie al burro abbrustolito che ricopre la pasta. La classica pasta in bianco che ogni tanto si prepara ai bambini, può essere arricchita proprio con pezzetti di pollo, semplicemente rosolati, senza spezie, né soffritti e credetemi, piacerà moltissimo per la sua nuda semplicità!


Ingredienti per 3 persone:
300 gr di pasta tipo sedanini o maccheroncelli RUMMO
350 gr di petto di pollo
80 gr di burro
pepe
sale
Mettere una pentola d’acqua leggermente salata sul fuoco. Quando bolle tuffarvi la pasta e nel frattempo tagliare il petto di pollo, prima a strisce, poi a dadini piccoli. In una padella antiaderente far sciogliere il burro e quando è schiumoso aggiungere il pollo e girare per far dorare bene i pezzetti. Scolare la pasta e metterla con un cucchiaio di acqua calda nella padella con il pollo. Rigirare bene la pasta a fuoco alto, quando è colorita e amalgamata al pollo, servire con una grattugiata di pepe se piace, altrimenti lasciatela semplice così!


CURIOSITÀ
le quantità sono sempre indicative, le due bocche fameliche che ho in casa mangiano volentieri ogni cosa. La giusta quantità di pasta secca a persona si aggira dai 60gr agli 80gr. Preparando spesso un piatto unico le quantità che indico sono di solito più alte.
