Esiste per me, un luogo magico, un posto dove rigenero e rilasso i pensieri, dove il cuore si fa leggero e le tensioni si allentano. E’ un punto ben preciso, uno spazio delicato e solitario. Sono qui ora, in assoluto silenzio, mentre il mondo attorno a me sonnecchia ancora e incantata ascolto e sorrido alla magia racchiusa nei miei occhi. Il picchio lavora incessantemente, battendo a ritmo perfetto sul legno morbido del grande ciliegio, il merlo zampetta, tra le poche foglie rimaste a terra dopo la mia sudata pulizia, e la tortorella si posa delicata, saltellando da un ramo all’altro e rimanendo in attesa di qualche generosa briciola, che distrattamente cade sempre dalle mie mani. Lungo il piccolo vialetto, osservo le piantine del mio orto, rigogliose e fiorenti, che paiono aver trovato linfa prodigiosa a dar corpo ai frutti e ai fiori. Il mio giardino, è questo luogo incantato che mi assorbe e mi sconquassa allegramente, ordunque mi rilassa e mi intorpidisce le idee, le ammorbidisce e le rende leggere, evanescenti, impalpabili. In mano stringo con amorevole tremore, un dolcissimo e perfetto nido, la cui forma è un perfetto cuore, un dono creato da un ingenio innato. Incredibile la precisione di tanto lavoro, mi commuove la passione, l’adorazione che non ha bisogno di studi, lauree, né intelligenza alcuna, se non l’istinto di sopravvivenza della specie insita nel cuore. Con questo meraviglioso tesoro, gelosamente conservato, ora sgrano la fregola con le mani, sento il ruvido sotto i polpastrelli, pregusto il dolce del pomodoro, delle carni tenere e deliziose dei gamberi e anche se simile ricetta già l’ho riproposta mille volte, mi sazio di bellezza, tranquillità e delizia, in questo mio mondo incantato che, generosamente, un nido a cuore mi ha donato.


SUGGERIMENTO:
la ricetta della fregola sarda con pomodoro e gamberi l’avevo già proposta tempo fa (qui) ma stavolta la ripropongo un tantino diversa. La fregola è molto buona se risottata, ma questa volta ho provato a farla bollire prima di condirla.

CURIOSITA’:
La fregola è una piccola pasta tipica della Sardegna, costituita da piccole palline di grano duro e acqua, lavorate a mano e tostate nel forno. Come suggerisce la forma, la fregola viene spesso chiamata cous cous italiano o cous cous sardo, vista la somiglianza alla tipica pietanza mediorientale, tuttavia, le origini di questa pasta sono ancora avvolte nel mistero e affondano le radici in tempi antichi

LA FREGOLA:
Preparare la fregola è un rito familiare della tradizione della Sardegna, prettamente casalingo. Innanzitutto bisogna disporre la semola su un piatto largo e fondo, impastandola e lavorandola con un movimento circolare delle mani e utilizzando acqua tiepida e salata.Con il movimento circolare delle mani – ossia una specie di “sfregamento” – si ottengono le caratteristiche “palline” di fregola, tanto somiglianti al cous cous. La fregola appena impastata viene lasciata asciugare su un telo prima di essere tostata in forno per una quindicina di minuti: questo processo garantisce l’assunzione del caratteristico colore dorato e un sapore davvero unico e particolare. (fonte artimondo.it)


Ingredienti per 3 persone:
300 gr di fregola sarda
400 gr di salsa di pomodoro di ottima qualità
12 gamberoni
qualche foglia di basilico
un pizzico di peperoncino
olio extra vergine
sale
In una pentola con acqua bollente leggermente salata, tuffate la fregola e fatela cuocere per circa 6 minuti. Nel frattempo sgusciate i gamberoni, lavandoli accuratamente e togliendo il filetto nero dell’intestino. Lasciate se volete la codina finale. In un tegame capiente fate scaldare un filo di olio extra vergine e scaldate a fiamma moderata la salsa di pomodoro (ricetta per farla in casa qui) regolandola di sale, aggiungendo del peperoncino e qualche foglia di basilico fresco. Una volta puliti i gamberoni metteteli nel sugo e cuoceteli per 5/8 minuti ma non di più per non indurire le carni tenere e succose. Scolate la fregola e tuffatela nel sugo. Spegnete il fuoco e mantecate. Servite caldissima con un pizzico di pepe nero macinato al momento.


Alesia
Anche questo è stupendo! 😋
Dove sono gli uccelli?👀
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Ciao Takashi faró foto anche a loro!
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Buona sera Alessia, inutile dirti brava per la prosa e la ricetta tanto ormai lo sai già, sarebbe solo una ripetizione, quello che è importante è che non si può fare a meno di leggerti tutto di un fiato fino a l’ultimo punto. mi raccomando non far mancare le briciole alla tortorella, qualche qualche cosa pure al merlo e mi raccomando il picchio non è da tutti averlo tienilo da conto. ho notato il bel nido a cuore in una casetta per uccelli, chi stai ospitando? ti auguro una buona serata.
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Ciao Cosimo! Ospito parecchi amici che ogni anno tornano: pettirossi, codibugnoli, cinciallegra, codirosso, merli, tortorelle, verdoni, passerotti e il mio amico picchio!! La casetta di legno me l’ha costruita mio marito, è bellissima! e ha un bel tetto per accogliere i miei amici quando piove e proteggere i più piccini, da gazze o corvi più grossi, ai quali dono le briciole direttamente sul prato!
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L’ha ripubblicato su PIATTORANOCCHIOe ha commentato:
Ricordi…
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un piatto dall’aspetto splendido!
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Grazie caro! Come va con la tesi?
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Leggimi ogni tanto
Nel post di ieri ho detto che mi sono laureato ^^
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Cavolo!!! Nooooo… Sará un sacco che non vado su WP infatti non avevo nemmeno visto il tuo messaggio! L’ho guardato stasera!
Corro ora!!!
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👍🤣
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