Non mi ricordo più nulla. Ho perso completamente la memoria, a lungo, medio, breve e brevissimo termine. Cosa stavo dicendo? Ah si, mentre ieri notte riposavo tranquilla avvolta nel caldo piumino, leggendo un e-libro di cucina, ho salvato nei preferiti una ricetta con la carne di agnello. Mi sono poi assopita fino ad addormentarmi beatamente, sognando le succulenti costolette che l’indomani avrei cucinato. Il fascio di luce conficcato nel mio occhio destro mi risveglia nervosamente, il dolore alla schiena di ieri sera è magicamente scomparso ma visto la mia labile memoria, ho quasi il dubbio se questo dolore sia mai davvero esistito… non ricordo bene. Mi alzo inebriata dalla voglia di cucinare, oggi agnello, si, ma non ricordo come lo voglio preparare. Una notifica mi avverte che qualcosa ieri sera era stato salvato, e leggo contenta ma subito la fronte si corruga in un’espressione stranita: “Eppure era in crosta di bretzel” mi dico con una smorfia, ma nessuna ricetta salvata o letta parla di questo. “Eppure mi pareva di aver letto qualcosa...” ma sempre più confusa, e senza memoria alcuna, spengo spazientita l’ipad. “Ok ora me la invento io...” dico felice e baldanzosa parto all’attacco. Mio marito si aggira per casa in pigiama ancora assonnato, gli racconto che mi sto inventando una ricetta perchè mi pareva di averla letta ma non esiste. Incrocio anche mio figlio, risvegliato da poco e felice gli racconto che mi sto inventando una ricetta perchè mi pareva di averla letta ma non esiste. In cucina tutto è pronto, i miei uomini mi raggiungono per aiutarmi e racconto loro che mi sto inventando una ricetta perchè mi pareva di averla letta ma non esiste. Mi guardano entrambi quasi spaventati ma in silenzio se ne vanno. Poco dopo ripeto la stessa cosa al labrador che invece di compatirmi e rassegnarsi alla mia smemorata testa, sbava e strabuzza gli occhi, annusando l’aria famelicamente. Finalmente a tavola, proponendo i piattini creati, racconto che mi sono inventata una ricetta perchè mi pareva di averla letta ma non esiste.
Direi che quasi quasi me la scrivo qui forse, non lo so, magari cosi me la ricordo che l’ho inventata.

SUGGERIMENTO:
la carne di agnello non va cotta molto, bisogna lasciarla succosa all’interno. Con la panatura che fa un pò da protezione, 2 o 3 minuti per lato sono più che sufficienti, in base allo spessore della costoletta. Senza panatura, non superate i 2 minuti.

Il bretzel è un saporito pane croccante con un ingrediente caustico di antica origine alsaziana. Viene considerato lo snack perfetto da consumare con un buon boccale di birra, immancabile agli Ocktoberfest. Nella variante dolce è diffuso nel Granducato di Lussemburgo e, aromatizzato con semi di sesamo o papavero, anche in Romania. Anche le consistenze e i sapori possono essere diversi: più soffice e voluminoso, adatto ad essere farcito come un panino o un bagel americano, o di consistenza più croccante e dalla forma più sottile, anche nella variante aromatizzata con semi di anice o cumino. Ne esiste perfino un tipologia piccolissima, simile a uno snack da consumare come aperitivo.

Se il nome per così dire ufficiale è bretzel, la verità è che esso cambia in base alle regioni e infatti può essere chiamato anche Brezel, Pretzel, Pretzl, Brezn e Laugenbrezel oppure Salatone austriaco come da noi in Alto Adige. Oggi i bretzel, considerati un vero e proprio cibo tradizionale nei paesi di mezza Europa (Alsazia, Germania, Svizzera settentrionale, Austria e Alto Adige), sono reperibili e venduti in tutti i panifici dove vengono conservati impilati in appositi sostegni di legno a forma di croce. Considerati un po’ ovunque simbolo di fortuna e prosperità, vengono serviti nei pub o birrerie e perfino nei ristoranti dove generalmente si accompagnano ai classici wurstel, in particolare quelli bianchi bavaresi, ma anche alla senape e alla birra. La variante dolce può essere ricoperta di glassa al cioccolato o di zucchero e ultimamente va diffondendosi anche la versione fritta oppure come un grandissimo krapfen. Se siete curiosi di sapere tutto sui bretzel leggete QUI

La panatura: che sia fresco o già di qualche giorno, riducendo il bretzel in grosse briciole, otterrete una panatura aromatica incredibile, non serve aggiungere altro. Io ho solo deciso di sminuzzare insieme anche i semi di soia tostati che questa estate aggiungevo nelle insalate per una nota croccante. Il matrimonio è riuscitissimo, ve lo assicuro!

CUOCERE NEL BURRO SPUMOSO:
nulla renderebbe queste costolette tanto deliziose, un buon burro di malga o un buon burro chiarificato che spumeggia nella pentola, croccherà la parte impannata di bretzel delicatamente e aromatizzzerà l’interno lasciando la carne succulenta


BURRO SMETTETELA DI DEMONIZZARLO !
Il Burro Chiarificato è un alimento poco conosciuto nella cucina italiana, che data la sua poca visibilità, viene spesso criticato senza nessun fondamento logico, affermando che il Burro Chiarificato fa male. Questo tipo di burro, così come quello classico da cui deriva, è composto principalmente da grassi, che, nonostante la credenza comune, non vanno assolutamente demonizzati o eliminati dalla dieta. Spesso si tende ad eliminare i grassi perché si pensa siano totalmente nocivi per la salute, ma non è assolutamente così! Il Burro è stato spesso oggetto di controverse teorie secondo le quali è uno dei prodotti più calorici in commercio. Queste affermazioni sono dovute a studi “viziati” condotti nel corso degli anni, che hanno preso in considerazione solo alcuni fattori, escludendone altri, e portando perciò a credere che alimenti come il burro debbano essere totalmente eliminati dalla dieta. Inoltre, a criticare questo prodotto spesso sono persone poco informate, che prendono per buoni dei falsi miti e li pubblicano in rete senza fonti né studi a riguardo. LEGGETE TUTTI GLI ARTICOLI RELATIVI AL BURRO QUI E QUI

Il burro è gustoso ed è anche il motivo per cui non è l’ideale per le cotture ad alta temperatura: i solidi del latte che gli conferiscono il tipico sapore pieno, rotondo, “burroso” bruciano più rapidamente di altri grassi come gli oli vegetale o l’olio di oliva vergine. Fatelo spumare e non alzate troppo la fiamma


Ingredienti per 3 persone:
18 costolette di agnello (considerando un piatto unico, contate 5 – 6 costolette a testa)
1 bretzel
una manciata di semi di soia tostati
60 gr di burro di malga (o burro chiarificato)
un filo di olio extravergine
un pizzico di sale


Accendere il fornello al minimo e inziare a sciogliere il burro. Pulire, togliere il grasso in eccesso e praticare piccoli taglietti in tutte le costolette di agnello. Tagliare a pezzi grossi il bretzel preferendo la parte più stretta e più secca. Tritarlo grossolanamente con il mixer inserendo anche una manciata di semi di soia tostati. Spennellare leggermente le costolette di agnello con olio evo e con le mani premere da un lato poi dall’altro, il pane sulla carne.

Quando il burro spumeggia adagiare le costolette nel burro e alzare leggermente la fiamma, ma non molto, fare attenzione che il burro non si bruci. Lasciare cuocere le costolette 3 minuti da un lato e 3 minuti dall’altro se sono alte almeno 1cm e mezzo. Se sono più basse, non superate i 2 minuti per lato. Spegnere la fiamma e coprire con il coperchio. Intanto mettete tavola e chiamate i vostri commensali ! Quando saranno seduti, alzate la fiamma al massimo, girate una sola volta le costolette e servite caldissime con patate al forno, rosti, o patatine duchessa!

I semi di soia tostati li trovo all’esselunga !
te l’ho già scritto su IG, sono veramente splendide
molto meglio delle bistecchine tristissime che mi sono fatto prima xD
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Yeah ! Puoi dirlo forte !! Soddisfazione alle stelle ! Grazie baci baci !
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