Bisogna accontentare i capricci di Nello Monello?
A tavola da mamma e papà, davanti ad un succulento piatto di linguine al pomodoro fresco e basilico, la semplicità e la bontà si mescolano allegre alla compagnia che mi fa tornare bambina, tutti insieme intorno a quel tavolo. Si nasce e si vive coccolati fino al momento in cui si desidera costruire la propria vita lontana dalle mura di casa, per poi ritrovarsi adulte, sposate, con la propria casa, marito e figli e avere quell’incommensurabile e incolmabile voglia, di tornare in quella stessa casa, la culla della mia infanzia, tutte le volte che è possibile, con la scusa di “stare un po insieme” ma nascondendo il desiderio di riassaporare i pranzi e le cene proprio assieme a mamma e papà! Immancabile la fantastica macedonia di frutta freschissima della mamma, il suo caffè con il dolcetto e la voce disperata di papà che invoca, in ordine: la torta che la mamma ci faceva per merenda, quel cioccolatino che non dovrebbe più mangiare, quei biscotti buonissimi che “non me li comperi più“. E io non riesco a capire se questi suoi sogni dolciari sono suppliche di affetto o capricci ben assestati. Di certo la tenerezza nel vedere i suoi occhi brillare davanti al pacchetto che da li a qualche ora gli porgo dicendo “erano questi che volevi Nello Monello?” non ha prezzo!

Dedicato al mio papà che da piccolo aveva il soprannome proprio di Nello Monello… forse non a caso! Ti voglio bene papi!

STORIA:
I primi “Biscotti di Savoia” furono creati nel tardo Medioevo dal cuoco della corte di Amedeo VI, per un banchetto in onore dei reali di Francia in visita. Il successo fu strepitoso. Vennero acquisiti ufficialmente dalla Reale Casa di Savoia, da cui il nome portato con orgoglio: “Savoiardi”.

SUGGERIMENTO:
se utilizzerete le uova a pasta gialla, il risultato del biscotto sarà di un giallo oro stupefacente!

I Savoiardi di Sardegna, o Pistokeddos:
si sono diffusi in seguito alla dominazione dei Savoia. La ricetta è simile a quella del savoiardo classico, si distingue decisamente per le dimensioni, sia in lunghezza che in larghezza, e nella morbidezza. La tradizione culturale dei Savoiardi sardi racconta un’abitudine che li accompagna a un buon caffè in occasioni di festa (un matrimonio, un battesimo, un festeggiamento familiare), e per questo i sardi li hanno ribattezzati anche Pistoccus de caffei, un’espressione molto particolare, che richiama in sole tre parole, la forte suggestione della lingua sarda.

Ingredienti:
200 g di farina
200 g di zucchero semolato finissimo
6 uova
1 bustina di vanillina
zucchero a velo

Montare tutti gli albumi a neve fermissima e aggiungere 150 grammi di zucchero. Una volta ben amalgamati lavorare i tuorli con i rimanenti 50 grammi di zucchero, la bustina di vanillina, con una frusta elettrica rendendo l’impasto spumosissimo. Incorporare gli albumi cercando di non sgonfiarli. Aggiungere infine la farina, poca per volta amalgamandola bene e con molta cura.

Una volta che l’impasto sarà perfettamente amalgamato, spolverizzare di zucchero al velo lo stampo in silicone per savoiardi. Se non l’avete dovrete mettere l’impasto in una sac a poche con bocchetta liscia e formare su carta da forno dei cilindri non troppo alti.

Cospargete anche la superficie del biscotto con zucchero a velo e infornare nel forno preriscaldato, a 160 gradi per circa 15 minuti.

I biscotti dovranno crescere leggermente ma non tantissimo, appena trascorsi i 15 minuti, spegnere e lasciare 5 minuti in forno con la porta un pò aperta, poi mettere i biscotti su di una griglia e attendere che siano ben freddi.

Non ho abbastanza cuori da lasciare per il racconto sul tuo papi ♡♡♡
E non ti dico la voglia che mi hai suscitato… i savoiardi sono tra i miei dolci preferiti da sempre, magari bagnati nel thé… argh. E io che proprio adesso mi sto mettendo a dieta! Destino meschino!
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Sei un tesoro Celia …… un mega smack!
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:*
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These look so wonderful!
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