
Sono qui in silenziosa attesa, la televisione non mi regala nulla se non scontati chiacchiericci, che questa sera proprio non voglio ascoltare, mi giro e mi rigiro cercando di ingannare il tempo, con la voglia di riposare e di godermi una serata in deliziosa pace, ma col pensiero vigile e costante di chi attende qualcuno, fuori, nel buio, che è di là da venire. La sera è lunga e immensamente scura, spettrali ombre e sinistri rumori si annidano nella mia mente e mentre cerco di scacciar funesti pensieri, mi rifugio in ricordi e ritagli di vita. In mano tengo, con delicata presa, un pezzetto di carta dal color giallastro, i bordi lisi e strappati, frusto, logoro, consunto ma con gli appunti ben chiari impressi, di quantità, dosi e vecchi detti. Linee e tratti decisi, dall’inchiostro nero, resistito, negli anni, all’umidità della vita. Una ricetta mai detta, mai scoperta, un sapiente e ostinato lavoro di chi oramai non c’è più… Un lieto brivido di serenità mi pervade, mentre il profumo sale avvolgendo la casa: un inimitabile vaniglia, dal sapore inconfondibile, leggero e delicato, che sa di anni che furono e di ricette celate, di tradizione tramandata, di segreti inconfessati e mai pronunciati. Le patate sono già nell’acqua e borbottano, quand’ecco che odo il cancello aprirsi e di corsa, preparo il loro piatto preferito, senza badare all’ora tarda, e subito la casa si accende appena tutti, intorno al tavolo, scherziamo e ridiamo davanti al succulento atteso piatto, che sa di compagnia e tempi andati.

COME CUCINARLO:
Il vaniglia (cotechino) del Salumificio Gini è fresco, ciò vuol dire che va cotto direttamente in acqua bucherellandolo solo poche volte con la forchetta o con uno stuzzicadenti , questo perchè fareste uscire troppo grasso in cottura e di conseguenza risulterebbe molto asciutto. E’ una ricetta tradizionale e segreta che miscela sapientemente gli ingredienti conferendo a questo vaniglia un gusto unico.
RICORDATE che se lo comperate sottovuoto per comodità e perchè dura sicuramente più giorni anche mesi, prima di cucinarlo dovete tassativamente togliere l’involucro di plastica! Non è un precotto!!!

Immergetelo nell’acqua e lasciate che il profumo inebri la vostra casa!
Ottimo se accompagnato anche da lenticchie che potrete trovare, insieme al favoloso vaniglia nello spaccio SALUMIFICIO GINI DI VILLA GUARDIA COMO

SUGGERIMENTO:
Il primo suggerimento è sicuramente quello di dirvi che una volta provato il vaniglia del Salumificio Gini non potrete mai più, e vi dico mai più, mangiarne un altro tipo! I precotti spariranno dalla vostra vita per sempre e vi innamorerete del suo sapore e non potrete più farne a meno.

CURIOSITA’
Le ricette sono tramandate di padre in figlio fin dalla fine del 1800. Conservo intatto nel cuore il sorriso di mio suocero Serino, in quella bottega, sempre a testa bassa con amore e passione, e suo padre Tanin, in macello. Ringrazio Alberto, Paolo e tutti al negozio di paese che mi regalano ancora oggi tutte queste delizie che trasudano pazienza, dedizione e infinita bontà!


1 vaniglia (cotechino) fresco
1 kg di patate bianche
50 gr di burro
300 ml di latte fresco
un pizzico di sale
Mettere a bollire le patate con la buccia dopo averle lavate e strofinate per bene, in acqua leggermente salata, per circa 15 minuti o più, finché non saranno morbide. Scolarle e metterle a pezzi in un schiacciapatate. In una padella dal fondo spesso, far sciogliere il burro e aggiungere le patate schiacciate, mescolare vigorosamente aggiungendo a filo il latte. Togliere il Vaniglia del Salumificio Gini dall’eventuale confezione sottovuoto. In una padella a bordi alti e capiente in modo che possa contenere il vaniglia intero, far bollire dell’acqua (senza sale) e immergere il vaniglia. Bucherellare prima con i rebbi di una forchetta o con uno stuzzicadenti ma poche volte, mi raccomando! Lasciare che cuocia a fuoco lentissimo per 50 minuti dal momento del bollore. In tutto ci vorranno circa 60 minuti. Lasciarlo riposare nel suo brodo una quindicina di minuti o più poi scolarlo, incidere la pelle con un coltellino appuntito ed eliminarla. Tagliare a fette spesse circa 3 cm e servirle caldissime con il purè.

Se volete accompagnarlo anche con le lenticchie, e scegliete le lenticchie secche, non dovete avere particolare fretta, ci vorrà qualche ora di ammollo che vi permetterà di ottenere il massimo del sapore e dei benefici nutritivi di questo speciale legume.
Se scegliete invece quelle in scatola cotte al vapore, Possono essere cucinate senza ammollo, con l’accortezza di sciacquarle con cura sotto l’acqua corrente prima di utilizzarle.
Tritare finemente mezza cipolla (io preferisco la rossa) per una scatola di lenticchie e farla rosolare aggiungendo poco per volta un mestolo di brodo di verdure. Aggiungere le lenticchie scolate e 3 cucchiai di salsa di pomodoro, un rametto di rosmarino e far cuocere per 10 minuti a fuoco medio.
Niente come una cena in famiglia per schiarirsi la mente e assaporare la ricetta di quei tempi lontanissimi ma che prendono vita con i più cari attorno alla tavola. E se sono le tue mani a prepararlo, il sapore è completamente garantito.
È un piacere leggerti Alessia. Non defrauda mai la tua prosa poetica prima di preparare i tuoi piatti.
I miei saluti
Manuel Angel
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