Un messaggio vocale, un’idea, una richiesta. Mi sveglio di buon ora oggi, sono in telelavoro e visti i tempi ridotti non ho grandi idee culinarie in testa, il pranzo sarà certamente fugace. Domani è sabato e dovrò assolutamente pulire casa! I lati estremamente positivi di questa strana situazione di auto-isolamento dal mondo esterno, li ho tutti davanti: pochissimi abiti, camice, pantaloni da lavare, stendere, stirare; gli unici indumenti che piego senza troppi rimorsi sono tute da ginnastica e pigiami! Ogni oggetto di casa è perfettamente al suo posto. Di solito la sera, tornata dall’ufficio, aprivo la porta di casa e subito pareva fosse scoppiata una bomba; di sicuro se un ladro avesse tentato di entrare, avrebbe desistito subito convinto di essere stato anticipato. Bagni puliti e sanificati ogni ora, avendo incorporato spruzzino e straccetto, come la spada di Highlander sotto il cappotto, oplà ! Letti rifatti di fresco, tanto che a volte le lenzuola giurano di non avermi nemmeno vista questa settimana e il labrador che ossessionato dalla mia velocità nell’aspirare ogni suo pelo prima ancora che cada, strabuzza gli occhi e si pulisce le quattro zampe sul tappetino prima di entrare in casa, “si sa mai che finisco aspirato dentro quell’aggeggio!!”. E’ quasi ora di pranzo ed un messaggio vocale mi emoziona: una bellissima collaborazione con il mio negozio di paese preferito! Un’idea, due, tre e parto di fantasia, perché mi entusiasmo, perché mi appassiono.
GRAZIE SALUMIFICIO GINI siete nel mio cuore da una vita!
(ciao Serino!)

SUGGERIMENTO:
Il vaniglia del Salumificio Gini è davvero speciale, lo dico perché io sono nata con questo vaniglia, ne ho provati altri, davvero, ma non c’è confronto! Iniziamo già col profumo pazzesco che sprigiona cuocendo, non quell’odore di grasso, unto, quell’olezzo di aglio o spezie forti che accomuna tutti i cotechini, no nulla di tutto ciò! Sapore ottimo e gusto delicato perché la sapiente mescolanza degli ingredienti lo rendono speciale!
IL NOME:
Il vaniglia deve questo nome alla delicatezza e dolcezza del suo sapore e non, come potrebbe sembrare, all’ aggiunta di essenza di vaniglia nell’ impasto. Il gusto particolarmente dolce e delicato è dovuto alla presenza di una ridotta quantità di parti magre del maiale con un periodo di stagionatura molto breve.

LA COTTURA è molto importante per poter gustare questo capolavoro. È bene forare il cotechino coi rebbi di una forchetta o con uno stuzzicadenti, ma poche volte, mi raccomando, perché si rischia di farlo asciugare troppo internamente. Prima di immergerlo in acqua fredda ricordarsi di eliminare la busta del sottovuoto se venduto cosi, ma di non eliminare assolutamente il budello o pelle che lo ricopre. Non serve affatto avvolgerlo in un telo. Dal bollore farlo cuocere per almeno 40-50 minuti.

PERCHE’ LA MICHETTA:
come potevo non abbinare un ingrediente tanto tradizionale lombardo ad un altro elemento altrettanto tipico? La michetta o rosetta, un pane soffiato speciale che con il suo interno completamente senza mollica ospiterà tutti gli ingredienti quasi fosse uno scrigno!

STORIA:
La Michetta nasce durante il periodo dell’occupazione austriaca. I funzionari dell’Impero austro-ungarico, cui faceva capo la Lombardia dopo il Trattato di Utrecht (1713), portarono a Milano alcune novità alimentari che i milanesi fecero proprie, come il Keisersemmel, un panino dalla forma di piccola rosa. Questo tipo di pane a Milano non rimaneva fresco e fragrante fino a sera, a differenza di quanto accadeva a Vienna. Bisognava quindi privare quel pane della mollica, svuotarlo e renderlo “soffiato”, così sarebbe stato fragrante. I maestri panificatori milanesi riuscirono nel loro intento e crearono un pane unico le cui caratteristiche l’hanno reso famoso. I Milanesi si rifiutarono di chiamare quel pane Keisersemmel, e decisero di utilizzare il diminutivo “micca”, ossia “Michetta”.

La Michetta nasce dalla miscela di farina, lievito, malto, sale e acqua. Ha un peso variabile tra 50 e 90 g, con la caratteristica forma a fiore che viene ottenuta con 5 incisioni, realizzate sulla pasta ancora cruda, che dividono il panino in altrettanti spicchi, simili ai petali di un fiore, da cui il nome di “rosetta”.
notizie prese dal web Michetta: Significato, Preparazione e Caratteristiche (lorenzovinci.it)

Una michetta
2-3 fette di vaniglia Salumificio Gini
1 fetta di formaggio affumicato (anche tipo sottiletta)
1 cipolla rossa di tropea caramellata: zucchero di canna, aceto di vino bianco, sale, aceto balsamico
crema di lenticchie: 60 gr di lenticchie già cotte sgocciolate, curcuma, peperoncino, il succo di mezzo limone, olio evo
TUTTI QUESTI INGREDIENTI POTRETE TROVARLI NELLO SPACCIO DEL SALUMIFICIO GINI
Preparare le cipolle caramellate eliminando la pelle, affettarle finemente e metterle a bagno in abbondante acqua fredda con 2 cucchiai di sale grosso per 20 minuti. Aggiungere l’aceto di vino bianco attendere altri 20 minuti. Scaldare una padella antiaderente, aggiungere un cucchiaio di olio e lasciarle stufare a fuoco dolce mescolando spesso. Salare, pepare e proseguire la cottura fino a che risulteranno morbide. Aggiungere lo zucchero di canna e mescolate bene, unite anche l’aceto balsamico e far caramellare il tutto continuando a mescolare per 5 minuti a fuoco vivace. Nel frattempo preparare la crema di lenticchie, mettendole nel frullatore, unire un pizzico di curcuma, peperoncino e il succo di mezzo limone. Frullare fino ad ottenere un composto omogeneo aggiungendo a filo l’olio.


Accendere il forno, tagliare la michetta a metà e posizionare sulla parte sotto della michetta il formaggio, farlo sciogliere per 2 minuti poi comporre il panino: sopra al formaggio affumicato appoggiare un cucchiaio abbondante di crema di lenticchie, sopra le due fette di vaniglia precedentemente cotto, e le cipolle caramellate. Chiudere il panino e servire!
Bellissima ricetta, goduriosa e semplice.
Non conoscevo la storia della rosetta ❤
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bella e buona ! Col vaniglia poi… non hai idea!!
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Ennò, perché sto un po’ lontana ma, soprattutto, quasi non mangio carne 😉
Però una qualche immagine profumata, pescata dal passato…
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Oookkk
Allora riempilo di cipolle caramellate e crema di lenticchie !!! 😋😋
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Favolose le ultime ricette :un ingrediente principale cucinato in tre modi diversi stuzzica di più la curiosità di assaggiarle essendo anche piatti tradizionali di questo periodo invernale. Aspettiamo i prossimi consigli culinari. Buon fine settimana a tutta la famiglia.
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Ciao Rosatea! Mi auguro tu possa provare questa specialità! Il sapore della tradizione in diverse varianti, una bella sfida che ho accettato e che sono stata davvero felice di realizzare! Grazie mille!!
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Proverò sicuramente tutte le varianti anche perchè sono piatti così detti “rustici ” che nella mia famiglia piacciono tanto . E , poi, è il momento e il periodo ideale .Andrò ad acquistarli nel negozio :salumificio GINI di VILLAGUARDIA , come ci consigli , poi ti farò sapere la mia opinione.
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Grazie si !! Sono curiosa!!!
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Saturday is a joy in itself, allowing us to do many experiments in the kitchen.
I often cook steak, green bean porridge and make coffee directly from its roasting beans.
But seeing your habits, shows you are a housewife who is disciplined and kind in keeping the house still clean, also cooking for your family, Alessia.
Visiting the village shop also shows your high social level.
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Hi Donny!! You’re always really kind, thank you!!
I think village shops are an important tradition we have to protect, not only in the small towns but also in the cities! The products’ quality and the kindness you can find in those shops is unique and amazing!
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