Malloreddus…ma li ho fatti io, che felicità!

Sonnecchio sulla sdraio per passare qualche ora in completo relax, facendo il pieno di sole, almeno qualche ora si è degnato di uscire. Fra poco già lascerà il passo a nuvoloni neri e pioggia costante. La primavera non si è nemmeno palesata quest’anno, non un giorno ed ora l’estate stenta ad arrivare. Stasera voglio mettere le mani in pasta, voglio sentire sotto le mie dita il formarsi di tante piccole chicche, voglio creare da un pugno di semola, un piatto tradizionale, un vero comfort food, un delizia tutta fatta in casa. Che felicità esserci riuscita!

Il termine malloreddu (plurale malloreddus) potrebbe derivare dal latino mallolus, che vuol dire appunto tronchetto di pasta, gnocco. Una seconda etimologia più romantica farebbe derivare il nome da un diminutivo del vocabolo malloru, che in sardo campidanese (Sardegna meridionale e centro-meridionale) significa toro. (fonte wikipedia)

La lavorazione manuale dei malloreddus in ambito domestico avveniva impastando la semola di grano duro con l’acqua, e si creavano delle listarelle arrotolate di pasta della lunghezza di circa 15 cm, le quali venivano tagliate a cubetti. Dopodiché si otteneva la forma schiacciando i cubetti di pasta contro l’estremità di un cesto in paglia, detto su ciuliri (il setaccio) per ottenerli rigati, oppure per averli lisci bastava schiacciarli semplicemente contro una base in legno. Se ne ricavava un prodotto panciuto che nell’immaginario del mondo agropastorale assumeva la forma di piccoli vitelli 

PER I MALLOREDDUS

450 g semola rimacinata di grano duro
zafferano in polvere
sale

PER IL SUGO DI SALSICCIA

800 g pomodori (o pelati)
500 g salsiccia fresca o salsiccia sarda
1 cipolla
alloro
basilico
pecorino sardo
zafferano in polvere
vino rosso
olio extravergine di oliva
sale

Impastare la semola di grano duro con circa 250 g di acqua, un pizzico di sale e uno di zafferano; lavorare il composto finché non diventerà omogeneo. Coprirlo e lasciarlo riposare per circa 30 minuti. Staccare piccole porzioni di impasto e formare dei filoncini, tagliarli in gnocchetti di 1 cm circa e schiacciarli sulla tavoletta scanalata, arrotolandoli.

Tritare la cipolla e farla appassire, cuocendola per 3-4 minuti sulla fiamma medio-bassa in una casseruola con 2 cucchiai di olio. Togliere la pelle della salsiccia, tagliarla a tocchetti e aggiungerla alla cipolla con 1 foglia di alloro. Cuocerla per 10 minuti, quindi sfumare con 1/2 bicchiere di vino e 1/2 bicchiere di acqua tiepida, nel quale avrete sciolto un pizzico di zafferano. Tagliare i pomodori a pezzetti, aggiungerli alla salsiccia, salare e cuocere per 20 minuti; unire infine un ciuffetto di basilico e cuocere ancora per 10 minuti.

Lessare i malloreddus, scolarli in una ciotola larga e condirli con il sugo e abbondante pecorino grattugiato.

14 risposte a "Malloreddus…ma li ho fatti io, che felicità!"

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  1. “…Voglio sentire il formarsi di tanti dolci sotto le mie dita..” Quell’eleganza, come i versi, che rende interessati alla tua gustosa ricetta.
    Un po’ di buon riposo, accompagnato da tanto silenzio interiore, ti aiuta a sentirti ispirato e a riscoprire i benefici delle tue ricette. Un buon complemento per conoscere l’origine di Malloreddus è andare a conoscere l’etimologia della parola. Adoro leggere le tue presentazioni. Buona domenica Alessia.

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