Nonostante mi piaccia molto sperimentare, studiare, provare ricette dal mondo, la cucina italiana non la batte nessuno. Due settimane fa mi hanno portato via un’ora. Un’ora preziosa del mio tempo che oramai era andata in prescrizione, l’avevo acquisita lo scorso anno e adesso la sentivo mia. Me l’hanno rubata, e non me ne sono nemmeno accorta perchè io nel frattempo, guarda caso dormivo. Il sole risplende anche oggi, il tepore della primavera sta cercando di farsi sentire, ma l’aria stenta a scaldarsi. Mi perdo sempre nel mio giardino, inebriata e incantata da tanta bellezza, il mio giardino che nulla ha di preciso e ordinato, anzi, è vissuto, calpestato, con un fare trasandato maledettamente elegante. Il disordine della natura è perfettamente ordinato, i colori si mischiano da soli creando fantastici disegni, i fiori spuntano dall’erba e pittano il prato lasciato incolto per accogliere miriadi di insetti. Non avrei gli uccellini di ogni specie a farmi compagnia ogni giorno, non avrei le api quelle solitarie che trovano riparo nella casina, non avrei il riccio, lo scoiattolo, non avrei nulla se il mio giardino fosse come quello delle riviste. E mentre nel forno il profumo del timballo si mischia al ciliegio in fiore, mentre la tavola si colora di primavera e i fiori del pesco esplodono con la loro bellezza, io ammiro, sorrido e mi rilasso.

ANELLI DI PASTA
Gli anelli prendono il nome dalla loro forma e se ne hanno testimonianze già dagli anni trenta del Novecento, quando venivano preparati nel Meridione italiano. Benché prevalentemente diffusi in Italia, gli anelli sembrano godere di una certa notorietà anche all’estero come confermano i ricettari in lingua inglese che spiegano come adoperarli in cucina

STORIA:
gli anelletti sono probabilmente nati tra Trabia e Termini Imerese, nei mulini costruiti dagli Arabi. La ricetta originale è andata, nel corso del tempo, incontro a diverse variazioni. Una certezza è sicuramente quella del ragù. Per quanto riguarda il formaggio, la ricetta originale prevederebbe la tuma.

La tradizione degli anelletti è fortemente legata a Palermo, come spiega Selima Giuliano, antropologa al dipartimento di Beni culturali della Regione Siciliana, a Cronachedigusto: “Da sempre il palermitano utilizza questo tipo di pasta, che ha una grande diffusione in ambito casalingo, probabilmente non solo perché è più facile da trasportare ma anche per la sua consistenza e la sua grandezza che si adattano meglio al timballo. Ed ecco che gli anelletti al forno sono immancabili per celebrare le ricorrenze festive del periodo natalizio o come cibo da portare al mare o in campagna in vacanza”. (www.cookist.it)

Non ho fatto la ricetta originale, ho cucinato un timballo con un sugo fatto con le polpettine. Questa ricetta può essere cucinata infatti anche con altri ingredienti e, spesso, è preparata con le melanzane. In alcune zone di Palermo si possono trovare veri e propri accorgimenti: l’uso dell’uovo sodo, della mozzarella, del primo sale e del prosciutto.

Ingredienti per 4 porzioni
LA SERA PRIMA per il ragù con le polpettine
olio extravergine oliva
1 cipolla bianca piccola
300 ml di passata di pomodoro
250 gr macinata di vitello
1 uovo
2 cucchiai di parmigiano
noce moscata
pan grattato
sale pepe prezzemolo
400 gr di anelletti
1 mozzarella piccola
burro e pangrattato per la teglia
qualche fogliolina di basilico

La sera prima va preparato il sugo perchè ha bisogno di riposo. In una pentola capiente facciamo soffriggere con un filo di olio la cipolla grattugiata, aggiungiamo poi la passata di pomodoro, aggiustiamo di sale e facciamo cuocere col coperchio a fuoco dolcissimo. Intanto impastiamo gli ingredienti per le polpette: la carne, le uova, sale e pepe, prezzemolo, grana e passiamole bene nel pan grattato. Formiamo le palline piccoline e tuffiamole in un tegame con dell’olio di arachidi, scoliamole, asciughiamole e mettiamole nel sugo di pomodoro. Lasciamole cuocere per almeno 20 minuti poi spegniamo, copriamo con coperchio e conserviamole in luogo fresco fino all’indomani.

Il giorno seguente, lessare in acqua salata la pasta, quando è al dente, ma molto al dente, scolarla e tuffarla nel sugo preparato il giorno prima. Ungere con il burro una teglia della forma che desiderate, cospargerla di pan grattato generosamente. Iniziare a riempire la teglia con la pasta al sugo con le polpette, aggiungere pezzettini di mozzarella o formaggio a piacere, grana grattugiato , basilico e ricoprire con un secondo strato via via finendo tutta la pasta. Nell’ultimo strato abbondare di grana grattugiato qualche fiocco di burro e del pan grattato

Pigiare molto bene la pasta nello stampo, schiacciando con un grosso cucchiaio di legno. Infornare a 180° per 30 minuti. Una volta cotta, aspettare 10 minuti per sformare la pasta.

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