Pane nero multicereali, il resto a me non importa.

Non sono un panettiere, non desidero nemmeno esserlo. Non sono cuoco, non ho mai studiato per diventarlo, non sono un fotografo, non conosco le tecniche e non sono preparata per essere nulla di queste cose. Le mie foto hanno mille difetti, il mio pane ha duemila difetti, io ho tremila difetti. Non importa. Scrivo, fotografo, cucino per me stessa, per chi mi ama e se condivido è per far giungere un messaggio, un sorriso, un disprezzo, un sussulto, un sogghigno, uno stupore, qualsiasi forma di sentimento, anche l’indifferenza se necessario. Pubblicare sui social, sul mio blog, condividere è rendere pubblica una parte di te, vuoi che gli altri sappiano, vuoi comunicare qualcosa, VUOI altrimenti non lo faresti. Rimarresti nell’ombra, nel silenzio, nessuno saprebbe, nessuno parlerebbe. Quando vedo un articolo, osservo una foto postata, leggo le parole scritte, non giudico, non cerco il difetto a tutti i costi, non sono invidiosa, oppure orgogliosa, non faccio paragoni, non commento, quasi mai…… io mi limito ad immaginare, socchiudo gli occhi, penso: cosa voleva dire questa persona? La foto che osservo ha un anima, non mi interessa se tecnicamente è sbagliata. Le parole sussurrano, non mi interessa l’errore grammaticale, puoi farle tue, oppure no, puoi emozionarti davanti ad un sole ripreso male, ad un’immagine sfuocata per la fretta di immortalarla, ad un pane brutto e pieno di difetti, ma che profumo esce da quella foto? Che vita mi sta raccontando quel pane? Bisogna domandarsi cosa vuole dirci, quale sacrificio c’è dietro, quale impegno , quale gioia o piccola soddisfazione.
La vita è tanto semplice quanto permettiamo che lo sia.

La lievitazione era bellissima, il profumo che proveniva dal forno sublime, agli occhi era ed è stato il più bel pane che io abbia mai fatto, all’interno nero e spesso come il pane da tostare eppure all’inizio ero insoddisfatta. Ero sopraffatta dalla stanchezza e la sconfitta dalla delusione. E’ durato pochissimo tutto ciò, qualche istante poi ho sorriso e ho riso con tutta me stessa! Non lo rifarò più, non mi interessa, e se mai un giorno ci riproverò farò un errore diverso, sbaglierò la cottura, ma riderò e salterò di gioia, farò la foto e la posterò. Ecco il mio pane. Il mio, quello sbagliato forse, ma è il mio !!


SUGGERIMENTO:
sorridete, sorridete sempre dei piatti che preparate, che siano belli, brutti, ben riusciti o no. Non incaponitevi se non vi vengono, cosa otterrete? E’ per caso il vostro lavoro? Venite pagati per la riuscita perfetta ? Forse per qualcuno è un lavoro e allora come tale deve essere fatto bene, e ci vuole tanto studio. Per me è un passatempo, un hobby, un divertimento, e non voglio nemmeno che tutto sia perfetto, anzi! Semmai il contrario! Evviva gli errori, evviva la bruciatura, evviva sempre e la prossima volta sarà uguale, non mi importa! Divertitevi, è la cosa più bella!

LIEVITAZIONE:
insomma per una giusta lievitazione ci vuole studio, ci vuole capire, ci vuole professione. Uh mille bolle, ma no meglio non siano troppe, o caspita neanche una bolla, e ma guarda forse è meglio. Non lievita al caldo, meglio al freddo, però temperatura ambiente che poi casa mia è sempre fredda e altre case pare di essere ai caraibi. E allora? Niente, se viene viene altrimenti lo mangio lo stesso. Basta tostarlo un pò! Intanto l’ho fatto io !

Eccolo dentro, non è bello, non è alveolato, è pieno di difetti…. che io non vedo e non so cosa vuol dire, per me è buono, lo taglio, lo scaldo ed ecco fatto

Per iniziare:
100 gr di farina multicereali
50 gr di acqua
12,50 gr di lievito di birra fresca
1 cucchiaino di miele

350 gr di farina multicereali
200 gr di farina 0
370 ml di acqua a temperatura ambiente
15 gr di sale
fiocchi di avena
olio evo

Preparare l’impasto il pomeriggio del giorno prima mescolando in una ciotola gli ingredienti indicati come iniziali. Realizzare un panetto e sistemarlo in una ciotola capiente. Coprire con la pellicola trasparente e farlo lievitare fino al raddoppio. Trascorso il tempo impastare, aggiungendo tutta la farina e l’acqua rimasti, unire in ultimo il sale. Fare tre giri di pieghe ogni 30 minuti. Formare un panetto, rimetterlo nella ciotola e coprirlo con pellicola trasparente. Lasciare riposare una notte intera in luogo fresco fino al raddoppio. Il giorno dopo prendere una pentola di ghisa e metterla in forno caldissimo. Attenzione che scotterà parecchio. Realizzare una croce o una riga con un taglierino lungo tutto la pagnotta, spolverizzarlo di semola, fiocchi di avena e di olio evo e adagiarlo delicatamente nella padella rovente, coprire con il coperchio e infornarlo a 220° per 30 minuti. Togliere il coperchio e lasciarlo cuocere ancora per 20 minuti. Una volta sfornato, lasciarlo raffreddare prima di tagliarlo a fette.

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5 risposte a "Pane nero multicereali, il resto a me non importa."

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    1. Si caro ragazzo un po hai azzeccato. Più che una critica forse una giustificazione a me stessa o a chi trova sempre mille difetti, ma non a me, in generale sui social… vedo e leggo di gente che gode nel criticare … e non capisco cosa ci sia di così frustrante ….
      Ti ringrazio per questo tuo messaggio, la tua schiettezza è così naturale che io l’apprezzo sempre credimi, attendo i tuoi commenti così veri che mi fanno sempre enorme piacere. Preferisco che mi dicano ” guarda non mi piace perché così o cosi” che finti complimenti che poi ritrovo più avanti sotto forma di vacue puntualizzazioni
      Ma non succede qui su wordpress mai…
      Grazie e buona domenica! Torna sempre a trovarmi e dimmi sempre la verità!! Ti stimo !!!

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